Periodicamente, gli organi di stampa ci allarmano sulla crescita continua della raccolta dal gioco d’azzardo, cioè sulla quantità smisurata di denaro che i giocatori italiani spendono ogni anno nei sistemi fisici, ma ormai soprattutto online per giocare d’azzardo. I 148 miliardi di euro del 2023 sono già sembrati un record, ma quest’anno siamo già oltre.
Ma come mai il volume della raccolta aumenta costantemente da molti anni?
Maurizio Fiasco (sociologo, presidente dell’Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio, Alea) spiega che i giocatori problematici sono il principale motore di questa lucrosa industria: sembra che da loro derivi l’80% degli introiti e che “grazie alla dipendenza patologica, il fenomeno si autoalimenta senza più bisogno di pubblicità” (“Azzardo, nel 2024 sarà record assoluto” di Ilaria Dioguardi, Vita, 8 ottobre 2024).
Significa che la domanda di gioco d’azzardo non può essere considerata un normale fenomeno di mercato, perché alla base non c’è un naturale aumento del numero di giocatori e di denaro giocato, ma la sempre maggiore diffusione di una dipendenza patologica di massa.
Cosa o chi può proteggere soprattutto i più giovani e gli anziani da questa deriva?
Purtroppo non possiamo rispondere che lo Stato sia dalla nostra parte, poiché le norme vigenti non prevedono di contenere questo fenomeno, anzi fanno conto sempre più sugli introiti dal gioco d’azzardo.
Anche le Regioni e i Comuni, che da più di 10 anni hanno emanato leggi e regolamenti per introdurre restrizioni di orari, spazi, ecc. al gioco d’azzardo, stanno ora cambiando rotta e chiedono allo Stato che una parte del gettito fiscale dall’azzardo sia destinato ai loro bilanci.
Il paradosso è che i fondi derivanti dall’azzardo dovrebbero servire per la spesa sanitaria per curare le persone affette da Disturbo da Gioco d’Azzardo. Come dire che l’aumento delle persone che giocano e, fra queste, l’aumento di quelle che sono ammalate di dipendenza patologica consentirà alle Regioni di avere più fondi per curarle. E viceversa.
Quindi riformuliamo la domanda: cosa o chi può proteggere soprattutto i più giovani e gli anziani da questa deriva?
La nostra risposta è: servono strategie familiari. La Tenda, con il percorso Vita Nuova aiuta i familiari di giocatori problematici a trovare la propria strategia per migliorare le condizioni di vita di tutta la famiglia.
Scopri di più sul percorso Vita Nuova