Questo è l’intervento di Elvira Carola – segretario di La Tenda – all’evento “15 anni sotto La Tenda”. Puoi leggerlo o ascoltarlo.
Perché ciascuno di noi dovrebbe occuparsi – almeno un po’ – di dipendenza patologica?
Perché c’è un elefante nella stanza!!!
Un enorme elefante accomodato nel soggiorno di casa nostra, nelle aule scolastiche, in ufficio, nel capannone dell’azienda, in oratorio, in palestra …
È possibile non accorgersene?
Sì è possibile, perché questo grosso elefante che si chiama dipendenza patologica spesso si maschera un po’, con i colori e i ghirigori proprio come quello di Banksy nella foto, tanto che a volte ci rassegniamo ad averlo in casa. Corriamo il rischio di cominciare a pensare che la dipendenza patologica non sia eliminabile dalle nostre vite, che sia normale. E questo condiziona irrimediabilmente la qualità della nostra vita.
Di cosa si nutre questo elefante?
L’elefante dipendenza patologica si alimenta di tante cose diverse: l’alcol, il cibo – troppo o troppo poco – , le sostanze psicoattive, gli psicofarmaci, il gioco d’azzardo, le nuove tecnologie, i videogiochi, gli affetti ….
Quanto è grande l’elefante?
Non è semplice rispondere a questa domanda. Perché in Italia non abbiamo statistiche di quante persone soffrono di questa malattia. Le distinguiamo e cerchiamo di contarle in base a come alimentano l’elefante: gli alcolisti, i tossicodipendenti, i giocatori d’azzardo patologici, ecc.. Quindi per comprendere le dimensioni di questo fenomeno dobbiamo mettere insieme i numeri che abbiamo a disposizione.
Un primo modo di quantificare le persone con problemi di dipendenza patologica è osservare quante sono in cura presso le strutture pubbliche, i SERD: nel 2024 sono più di 134.000 persone in Italia; in Lombardia circa 24.500 (245 ogni 100.000 abitanti, un po’ di più della media italiana), quasi 1500 in provincia di Como e circa 100 in un comune di circa 40.000 abitanti.
Ma sappiamo che non tutti coloro che soffrono di questa malattia accettano di curarsi. Quindi possiamo ragionevolmente pensare che questa sia solo una zampa dell’elefante.
Probabilmente la categoria più numerosa fra coloro che soffrono di questa patologia sono gli alcolisti. Nel 2023 in Italia 8 milioni di persone dagli 11 anni in su hanno bevuto alcol tanto da esporre a rischio la propria salute. Soprattutto i minori, i giovani, le donne e gli anziani sono a rischio.
Gli 8 milioni di consumatori di alcol corrispondono al 21% degli uomini e al 9% delle donne.
Se, a titolo di esempio, proviamo ad applicare queste percentuali alla popolazione dei territori nei quali operiamo, possiamo stimare che ad avere problemi di rischio per la propria salute a causa del consumo di alcol è quasi 1 milione e mezzo di persone in Lombardia, quasi 90.000 in provincia di Como e 1400 persone in un comune con meno di 10.000 abitanti.
Quanto al gioco d’azzardo, periodicamente la stampa richiama l’attenzione sulla sterminata quantità di soldi che gli italiani destinano al gioco d’azzardo, ogni anno sempre maggiore del precedente. Mediamente ogni giocatore italiano spende 1500 euro all’anno in gioco d’azzardo.
Purtroppo meno frequentemente e con dati non troppo aggiornati si parla di quante persone soffrono del Disturbo da Gioco d’Azzardo. Dobbiamo risalire a un’indagine dell’ISTAT del 2018 per sapere che in Italia abbiamo circa 1 milione e 500 mila giocatori problematici e 1 milione e 300 mila giocatori patologici.
Da alcuni anni è soprattutto il gioco da remoto che assorbe la maggior parte della spesa dei giocatori. È una forma di gioco particolarmente insidiosa perché si sottrae facilmente a qualunque forma di controllo. I dispositivi elettronici per giocare sono sempre a portata di mano, giorno e notte e dappertutto.
Se poi guardiamo al mondo dei giovani, troviamo qualche informazione in più perché in Europa da 30 anni la ricerca ESPAD fa la fotografia dei consumi a rischio da parte dei giovani studenti.
Dall’ultimo rapporto ESPAD 2024 leggiamo che:
- il 53% dei giovanissimi di 15 e 16 anni ha bevuto alcol nei 30 giorni precedenti l’intervista;
- il 12% ha avuto episodi di intossicazione alcolica
- il 45% ha giocato d’azzardo negli ultimi 12 mesi e molti di essi hanno un profilo di gioco a rischio o problematico
- i comportamenti a rischio dei giovanissimi si stanno trasformando: maggiore ruolo assumono le sigarette elettroniche, i social media, i videogiochi e i farmaci senza prescrizione medica
- l’Italia è fra i paesi europei con maggiore uso di cannabis e con maggiore uso ad alto rischio (usare cannabis prima delle ore 12, da solo, avere problemi di memoria, di insuccesso scolastico, di incidenti, provare a ridurre il consumo senza successo, ecc.)
- il 78% dei giovanissimi dice che procurarsi alcol è piuttosto o molto facile, per le sigarette è il 55%, il 31% per la cannabis, il 20% per gli psicofarmaci senza prescrizione medica, il 9% per la cocaina (percentuali maggiori della media ESPAD 37 paesi); in una delle edizioni precedenti di questa ricerca una percentuale non trascurabile di giovanissimi dichiarava che procurarsi le sostanze è facile non solo presso lo spacciatore, in strada, a casa di amici, ma anche in casa propria. E qui occorre sottolineare la centralità e criticità del comportamento degli adulti.
Se proviamo ad applicare queste percentuali alla popolazione di 15 e 16 anni dei nostri territori, scopriamo che in un comune di circa 10.000 abitanti, circa 150 famiglie sono coinvolte dal problema che i loro adolescenti bevono alcol e giocano d’azzardo. In Lombardia sono più di 150.000.
Questi sono solo alcuni dei dati disponibili, dai quali è possibile trarre alcune prime osservazioni:
- la dipendenza patologica è un fenomeno assolutamente trasversale: non ha preferenze di genere, di età, di ruolo sociale o familiare
- riguarda tante situazioni diverse: persone sole e persone con relazioni sociali e familiari, famigliole del mulino bianco e genitori soli, magari con minori da tutelare; tanti casi simili e diversi
- terza osservazione è che occorre abbattere gli stereotipi: non è vero che la droga è un problema dei giovani, degli emarginati, delle famiglie divise, di quelle povere, e così via
- soprattutto non è vero che è un problema privato, che ognuno deve affrontare nel chiuso della sua casa e della sua vita.
L’elefante dipendenza patologica non ama restare da solo.
Alcuni studi hanno stimato che per ogni persona che soffre di dipendenza patologica ne sono coinvolte fino a altre 10: i genitori, i figli, i fratelli e sorelle, i nonni. Gli amici, i compagni di scuola, i colleghi di lavoro. Gli insegnanti, gli allenatori, i datori di lavoro, e così via. Quindi tutti i numeri che abbiamo riportato sopra vanno moltiplicati per 10.
Possiamo davvero dire che l’elefante è grosso!
E la sua presenza non può farci rimanere indifferenti. In vario modo e misura è un problema che ci riguarda tutti. Nessuno è escluso.
