… l’uso di stupefacenti in Italia sta aumentando, dai 15 ai 64 anni? Cosa può proteggere i più giovani?
Ogni anno il Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri invia al Parlamento una relazione con le informazioni più recenti sul consumo di droghe e altre forme di dipendenza patologica. dalla Relazione del 2023 apprendiamo che:
la sostanza psicoattiva più diffusa in Italia è la cannabis, seguono gli oppiacei, la cocaina, le sostanze stimolanti, gli allucinogeni e le NPS (nuove sostanze psicoattive)
il consumo di cannabis, che aumenta ogni anno, è “a rischio” per il 40% dei consumatori; nel caso dei giovanissimi il profilo “a rischio” significa che questi ragazzi affermano di aver fumato cannabis da soli e/o prima di mezzogiorno, che hanno avuto problemi di memoria, discussioni, risse o incidenti, che hanno cercato di smettere o ridurre l’utilizzo della sostanza, senza riuscirci
tutti i consumatori di sostanze psicoattive dichiarano che procurarsele è molto facile: in strada, nelle discoteche e bar, nelle manifestazioni pubbliche, a casa di amici, vicino alla scuola, rivolgendosi direttamente a uno spacciatore
nel 2022 quasi il 5% degli studenti fra i 15 e i 19 anni ha usato cannabis 20 volte e più in un mese (e 10 volte e più altre sostanze illegali); questa percentuale significa più di 1.400 ragazzi nella provincia di Como e quasi 24.500 in Lombardia
Il 33% dei giovanissimi (15-19 aa.) ha consumato alcol fino all’intossicazione alcolica nel 2022; questo dato significa circa 150 ragazzi in un comune di circa 10.000 abitanti (come può essere Cermenate), 9.500 ragazzi in provincia di Como, più di 160.000 in Lombardia
Quando i giovanissimi dichiarano di consumare sostanze psicoattive in modo abituale (quasi tutti i giorni) dichiarano anche altri comportamenti potenzialmente dannosi come ubriacarsi, usare psicofarmaci senza prescrizione medica, far seriamente male a qualcuno, rubare o vendere oggetti rubati, avere rapporti sessuali non protetti, danneggiare beni pubblici e privati
i comportamenti che possono risultare “protettivi” rispetto al consumo abituale di sostanze psicoattive da parte dei giovanissimi riguardano soprattutto i genitori: avere genitori che monitorano le uscite serali, che sostengono affettivamente i figli e coi quali hanno un rapporto ritenuto soddisfacente. Risulta inoltre protettivo anche avere una buona autostima e una buona percezione del proprio stato di salute.